La vendemmia delle uve bianche nell’area Doc dei Colli Euganei è partita in questi giorni, nelle prossime settimane sarà la volta dei rossi. “Sarà un’ottima annata – osserva con amarezza Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova – ma solamente per i cinghiali che scorrazzano indisturbati nei nostri vigneti, fra l’indifferenza generale e il silenzio imbarazzante delle istituzioni. Ormai siamo costretti a ripeterci, anno dopo anno, raccogliendo il grido disperato di decine di imprenditori ormai sfiduciati e sempre più arrabbiati”. Nei giorni della vendemmia in tutta l’area dei Colli i cinghiali stanno divorando quintali di uva destinata alla produzione dei vini di qualità sia bianca che rossa. Particolarmente gradita la varietà moscato giallo, fiore all’occhiello della produzione vinicola locale, dalla quale si ottiene il prezioso moscato Fior d’Arancio Docg, insieme al prosecco, anche il merlot è particolarmente ricercato per la sua dolcezza e freschezza. Gli ungulati non si limitano ai grappoli più bassi perché sono in grado di alzarsi sulle zampe posteriori anche appoggiandosi ai pali di sostegno delle viti, aggiungendo danno a danno.
“I viticoltori già devono fare i conti con un’annata difficile, segnata dalle piogge, dalle basse temperature e dall’umidità – spiega Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Padova – fattori che stanno creando problemi sanitari soprattutto alle varietà delle uve bianche. Ad aggravare la situazione ci pensano, come sempre, i cinghiali. I danni sono già notevoli da Vò ad Arquà Petararca, da Teolo a Cinto, da Este a Torreglia ma anche a Baone, Galzignano, Rovolon. Decine di ettari razziati, interi vigneti distrutti prima della vendemmia: i viticoltori che non riescono ad intervenire tempestivamente con le reti o altre forme di protezione e difesa rischiano seriamente di perdere gran parte dell’uva ormai matura”.
“Mi chiedo fino a che punto gli agricoltori potranno sopportare questo strazio – continua Miotto – fra l’indifferenza generale e l’assoluta impotenza di chi è chiamato a prendere delle decisioni e invece si limita a recitare lo stesso copione a snocciolare le stesse vuote promesse. Inutile far finta di non capire e di non sentire, l’unica soluzione è un serio e capillare piano di abbattimento. Invece chi ha la responsabilità di decidere ha imboccato da anni un vicolo cieco e non si assume le proprie responsabilità. Anche qui ci ripetiamo: le contromisure adottate finora non riescono ad arginare un fenomeno che ormai è sfuggito di mano. Le istituzioni devono aprire gli occhi e cambiare atteggiamento”.
Giorgio Bellamio, imprenditore viticolo e presidente della sezione Coldiretti di Baone, conferma il dramma di questi giorni: “I cinghiali si muovono indisturbati e possono distruggere interi vigneti se non cerchiamo di salvare il salvabile installando reti o chiedendo le catture. Purtroppo gli interventi con i chiusini non hanno risolto il problema e non hanno dato i risultati sperati. Oltre al danno la beffa perché i cinghiali hanno affinato il loro gusto e lasciano sui filari l’uva bianca attaccata dalle muffe o dai marciumi dovuti alle piogge e all’umidità, cercando invece quella più sana e in condizioni migliori. Quindi lasciano a noi gli scarti e razziano la parte migliore della produzione. Siamo esasperati e abbandonati a noi stessi. In tutti questi anni abbiano ascoltato tante promesse e tanti bei discorsi, ma siamo ancora al punto di partenza”.
26 Agosto 2014
VENDEMMIA SUI COLLI EUGANEI, OTTIMA ANNATA SOLO PER I CINGHIALI