4 Marzo 2025
Consorzio di Bonifica Brenta, Coldiretti: “Ora è il tempo della responsabilità, facciamo chiarezza sui numeri”

L’assemblea del Consorzio del Brenta svoltasi lo scorso 3 marzo ha portato all’elezione del CDA, ma non del presidente e del vice. Prima della conclusione, la lista Bordignon ha infatti lasciato l’assemblea facendo venire meno il numero legale necessario per concludere l’iter.

“Un risultato storico che vede un cda eletto con 4 componenti di cui 3 di espressione Coldiretti. Ciononostante ci saremmo aspettati una assunzione di responsabilità da parte di tutti - commenta Carlo Salvan Presidente di Coldiretti Veneto - prendiamo atto di questo comportamento poco responsabile che non permette al Consorzio di essere operativo all’indomani dell’Assemblea, così come destavano qualche perplessità le dichiarazioni rilasciate recentemente da Bordignon sulla stampa. Noi partiamo sempre dallo stesso presupposto: la governance dei Consorzi deve restare in mano a chi il territorio lo conosce e ne provvede alla manutenzione, ossia gli agricoltori, che sono rappresentati dalle organizzazioni agricole in testa Coldiretti.

Il comportamento tenuto da alcuni in assemblea è la conferma che Bordignon parlava a proposito quando dichiarava: “Ci sono giochi politici fatti sulla testa dei cittadini". Noi aggiungiamo in questo caso sulla testa degli agricoltori. Il Consorzio, dopo questa assemblea, resta monco con un cda rinnovato e il presidente  uscente quale rappresentante legale;  uno stallo assurdo e che nessuno di noi può permettersi. Ancora una volta gli agricoltori hanno dimostrato il loro senso civico, ora ci aspettiamo davvero una assunzione di responsabilità da parte di tutti perché il Consorzio deve essere messo quanto prima nelle condizioni di poter operare in serenità per il bene del territorio a cui tutti teniamo”.

"All'indomani di un'assemblea invalidata in corsa dal comportamento irresponsabile di chi ha deliberatamente scelto di lasciare l'aula prima di eleggere Presidente e vicepresidente, dopo aver votato il Consiglio di Amministrazione regolarmente in carica da stamattina, leggere certe dichiarazioni fa sorridere. Ieri abbiamo assistito forse alla peggior pagina mai scritta sui Consorzi in cui ha preso il sopravvento - aggiunge Carlo Salvan  - la non accettazione di una sconfitta, conseguenza di una strategia politica sbagliata che nulla a che fare col bene del territorio, rimasto solo un proclamo, ed è guidata dalla sete di poltrone. Almeno stamattina ci saremmo attesi un doveroso silenzio perché certi comportamenti non possono trovare giustificazione alcuna in nessun comunicato postumo col quale si voglia "fare chiarezza".

Facciamola sui numeri: la lista Coldiretti (7 seggi) insieme alla lista "Acqua agricoltura e ambiente" hanno totalizzato il 53% dei voti, la lista "Bordignon presidente" il 47%. Il tentativo scomposto di certa parte della politica di entrare a gamba tesa negli organi dei Consorzi in questa tornata elettorale e, in particolare del Consorzio del Brenta, è stata più volte da noi criticata perché lo ribadiamo ancora come fosse un mantra: la governance dei Consorzi deve restare in mano agli agricoltori che conoscono, difendono e sono responsabili della manutenzione dei territori. Negli ultimi mesi Coldiretti è stata sempre disponibile a trovare delle mediazioni, pur prendendo le distanze da ogni parte politica poiché la nostra forza è la nostra base associativa, non solo nel caso del Brenta, ma in ogni Consorzio andato al voto.

Nel caso del Brenta si è vista la porta chiusa in faccia, prima, per la convinzione che le sorti fossero già scritte e segnate dalla vittoria schiacciante degli uscenti (Lista Bordignon presidente) ancor prima di conoscere l'esito delle elezioni e, dopo, con proposte al limite dell’inaccettabile fatte sia a Coldiretti Vicenza che Veneto. Lo stallo in cui il Consorzio si trova ha dei nomi e dei cognomi ben precisi e almeno su questo è stato fatto chiarezza da chi ha irresponsabilmente lasciato ieri sera l'Assemblea facendo danno solo al Consorzio del Brenta e al territorio da esso servito. Ancora una volta gli agricoltori hanno dimostrato il loro senso civico e di responsabilità, non si può dire lo stesso di chi evidentemente non ha cuore le sorti del proprio territorio.”

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