19 Febbraio 2016
AGRICOLTURA TRA FRODI E CRIMINALITA’: IN AUMENTO I FURTI, CENTINAIA DI AZIENDE COLPITE, DAL BESTIAME ALL’OLIO D’OLIVA, DAI TRATTORI AGLI ALVEARI

Furti di bestiame ma anche di attrezzature agricole, frodi sule materie prime come le farine, agriturismi depredati di pollame e altri animali da cortile: la criminalità non molla la presa sull’agricoltura. Dai classici “ladri di galline” ai più sofisticati truffatori, dalla banda di predoni alla grande organizzazione “svuota aziende” il settore primario è spesso vittima di reati che danneggiano un patrimonio notevole e mettono in crisi gli imprenditori. E’ quanto emerge dal quarto rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“Il primo sbaglio è pensare che si tratti di un fenomeno che ci riguarda poco o nulla - spiega Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - per lo più relegato al Meridione. Invece non è così perché, come ha dimostrato il rapporto che abbiamo presentato a livello nazionale, anche nel Nordest sappiamo bene quali influssi negativi ha avuto la penetrazione della criminalità organizzata. Nella classifica dell’indice di organizzazione criminale, che misura il livello di intensità di questo fenomeno, Padova si trova per fortuna parecchio in basso, con 11 punti rispetto ai 100 delle province che aprono l’elenco. Questo però non basta a metterci tranquilli perché nella vicina Venezia l’indice sale a 15. Insomma il fenomeno non va sottovalutato anche perché si traduce in un grave perdita di reddito per la nostra agricoltura e in una minaccia per i consumatori. A preoccupare sono soprattuto le frodi e il rischio che le grandi organizzazioni criminali possano appropriarsi di intere aziende, ma sono in aumento anche i furti.
Nel padovano registriamo sempre più casi di furti di bestiame negli allevamenti zootecnici e anche di attrezzature costosissime, perfino trattori che nel giro di poche ore varcano la frontiera verso i mercati dell’Est Europa, con danni per decine di migliaia di euro. Inoltre sono in aumento le razzie negli agriturismi, dai salumi al pollame, per non parlare dell’olio d’oliva, un a merce pregiata. Molti nostri agricoltori corrono ai ripari con l’assicurazione o con l’installazione di antifurto e sistemi gps sui trattori, ma ciò comporta un ulteriore aggravio dei costi per aziende già alle prese con difficoltà a mantenere un reddito accettabile. Ringraziamo le forze dell’ordine per il sostegno e il prezioso supporto, ma servono anche degli interventi legislativi perché ci confrontiamo con norme risalenti anche ai primi del Novecento mentre il mondo attorno a non fa che cambiare. Servono nuovi strumenti e una maggiore trasparenza sull’etichettatura e la tracciabilità per “spuntare le armi” alla criminalità”.
In cima alla black list dei settori più colpiti dalla frodi salgono la ristorazione, la carne e farine, pane e pasta sulla base del valore dei sequestri effettuati nel 2015 dai Carabinieri dei Nuclei Anti Sofisticazione (Nas). A livello nazionale il valore totale dei sequestri nel 2015 è stato di 436 milioni di euro con il 24% nella ristorazione, il 18% nel settore della carne e salumi, l’11% in quello delle farine, del pane e della pasta, ma settori sensibili sono, a seguire, quelli del vino, del latte e formaggi e dei grassi e oli come quello di oliva.
Nel solo 2015 sono stati chiuse dai Nas 1.035 strutture operanti nel sistema agroalimentare con il sequestro di 25,2 milioni di prodotti alimentari adulterati, contraffatti, senza le adeguate garanzie qualitative o sanitarie o carenze nell’etichettatura e nella rintracciabilità.
Dal finto extravergine italiano alla mozzarella con cagliate straniere, dal pane al carbone vegetale alle conserve di pomodoro cinesi fino al pesce avariato sono alcune delle frodi smascherate nel tempo, ma gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare.
E’ importante la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Per chiudere le porte alle frodi è necessario anche lavorare sulla tracciabilità e sulla trasparenza dal campo alla tavola con l’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti.

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