4 Luglio 2022
Consulta Florovivaistica Padova, il settore tra opportunità ed emergenze

Prospettive e problematiche del settore florovivaistico, tra opportunità da cogliere ed emergenze da affrontare. Ricca di spunti e di informazioni la riunione della consulta florovivaistica di Coldiretti Padova, presieduta da Diego Masaro per fare il punto, insieme alle aziende del settore, di un’annata difficile, tra gli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia e un sensibile calo delle vendite per l’arrivo del caldo in anticipo.

Interesse per l’articolato intervento di Nada Forbici, Presidente Assofloro e coordinatore della Consulta Florovivaismo di Coldiretti, che ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive del comparto anche alla luce delle ultimi interventi legislativi sollecitati da Coldiretti e delle risorse stanziate dal Pnrr per la riforestazione urbana. Tra i principali argomenti affrontati il decreto clima e i suoi riflessi per l’attività florovivaistica, ma anche aspetti più tecnici come la normativa Conai sui vasi, da considerare strumento di produzione e non mero imballaggio, ma anche la corretta gestione del sottoprodotto sfalci e ramaglie da parte dell’imprenditore agricolo. Attenzione infine alle opportunità offerte dai contrati di filiera, con lo stanziamento di risorse nazionali per 1,2miliardi di euro. “Il florovivaismo – ha ricordato Nada Forbici – è protagonista della strategia del verde urbano e del percorso nazionale per le città più sostenibili varato con il Decreto Clima attraverso progetti volti al miglioramento della qualità dell’aria e la tutela della biodiversità nelle città metropolitane”. E’ il caso della vicina Venezia che conta ben 7 progetti approvati con il Decreto Clima. Anche il Pnrr stanzia specifiche risorse per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano attraverso progetti di riforestazione. L’obiettivo è la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024, individuando specie coerenti con la vegetazione naturale potenziale, secondo il principio di utilizzare “l’albero giusto nel posto giusto”. Senz’altro un’opportunità per risollevare il settore florovivaistico che negli ultimi anni ha dovuto affrontare gli effetti della pandemia e ora si trova a fare i conti con un sensibile calo delle vendite dovuto alle difficili condizioni climatiche e alla crisi innescata dalla guerra e dall’aumento delle spese energetiche e delle materie prime.

Nada Forbici ha poi affrontato la questione dei vasi da fiori, distinguendo tra gli imballaggi, usati solo per la vendita e il trasporto delle piante, e i vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tuta la sua durata di vita. Per quanto riguarda gli sfalci e le potature la presidente di Assofloro ha sottolineato che “non sono rifiuti ma sottoprodotti, che possono essere impiegati anche per produrre compost o energie rinnovabili”, soffermandosi anche sulla normativa per il trasporto da parte dell’imprenditore agricolo di materiali vegetali non pericolosi.

Presente alla riunione, l’assessore del Comune di Padova Antonio Bressa, confermato nella giunta da qualche giorno anche con le deleghe all’agricoltura e al verde urbano, due ambiti di intervento che offriranno nuove possibilità di collaborazione con Coldiretti. Bressa ha ricordato l’impegno del Comune di Padova nello sviluppo di boschi e nuove aree verdi, un’azione che proseguirà e per la quale è fondamentale la collaborazione con il settore florovivaistico.

Il presidente di Coldiretti Padova Massimo Bressan ha tracciato il profilo del florovivaismo a Padova, che conta quasi 450 aziende su un totale veneto di circa 1.500, sono circa 740 ettari dedicati alla produzione, tra serre e vivai a pieno campo. Nonostante il calo strutturale delle imprese il florovivaismo veneto, il cui valore è di circa 210 milioni di euro con un patrimonio di 1,5 miliardi di piantine, aveva saputo riprendersi dal calo imposto dalle restrizioni Covid, adattando anche l’organizzazione aziendale alla vendita on line con maggiori servizi di consegna a domicilio. In provincia di Padova le circa 450 aziende attive fatturano poco meno di 70 milioni di euro. Il 2021 si era chiuso con il segno positivo, con un ritorno del segno positivo sia sul fronte della produzione che del fatturato. Ma il 2022 ha segnato un’inversione di tendenza prima a causa dell’impatto degli aumenti dei costi dell’energia, del riscaldamento e delle principali materie prima e in seguito con le difficili condizioni climatiche.

“Con il caldo si tende a comprare meno fiori e piante – ha ricordato Diego Masaro, presidente della consulta florovivaistica di Coldiretti Padova - e già a maggio le alte temperature avevano frenato le vendite ma la vera mazzata è arrivata a giugno con un progressivo aumento dell’invenduto. Oltretutto i consumatori, per far fronte ai rincari e all’aumento delle bollette, stanno tagliando molte voci di spesa, fra cui quella per fiori e piante. Il caldo intanto ha accelerato la crescita e la maturazione delle piante e determinato un surplus di prodotto che non viene assorbito dal mercato. Se fino ad un paio di settimane fa l’invenduto era in media del 20% ora è arrivato per alcuni produttori anche ben oltre il 30%. Preoccupante anche la situazione per i fiori recisi destinati a cerimonie, ricorrenze, anniversari e feste, con un crollo della domanda. Si pone anche il problema della stagione autunnale, considerati i costi energetici in continuo aumento. Con i costi fissi molto alti sarà un problema riscaldare le serre per coltivare, ad esempio, fiori come le stelle di natale: il pellet ormai costa il triplo e anche il gasolio non fa che crescere”.

“Una spinta positiva al settore – ha concluso Bressan - è arrivata dalla conferma del Bonus verde grazie al pressing di Coldiretti per una misura che ha permesso di incrementare il verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita, di piantare migliaia di nuovi alberi anche nel padovano e organizzare nuovi terrazzi con piante e fiori in abitazioni, uffici e condomini”.

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