11 Febbraio 2021
COVID. COLDIRETTI, IL VUOTO DEL TURISMO STRANIERO IN VENETO PESA SUL FATTURATO AGROALIMENTARE

COVID. COLDIRETTI, IL VUOTO DEL TURISMO STRANIERO IN VENETO PESA SUL FATTURATO AGROALIMENTARE

 

11 febbraio 2021 - Nel 2019 gli stranieri in arrivo in Veneto erano oltre 13 milioni pari a 48mln di presenze durante l’anno. A causa del Covid i turisti internazionali arrivati nel 2020 sono poco più di tre milioni per un totale di presenze di 15 mln nel 2020 secondo i dati dell’Osservatorio regionale del turismo. Il crollo del turismo internazionale nei primi undici mesi dello scorso anno – dice Coldiretti Veneto -  incide pesantemente sul fatturato agroalimentare regionale mentre sugli operatori preoccupa pure il parere della Commissione Ue che ritiene peraltro che “il turismo si riprenderà più lentamente, dato che i turisti, specie quelli di altri continenti, si prevede che ritornino solo gradualmente, con il diminuire dell'incertezza”.

 

Si tratta di un vuoto pesante che grava sul sistema turistico nazionale per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l’analisi della Coldiretti. Il cibo – precisa la Coldiretti – diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne

 

A pesare sono anche gli effetti dello stop al turismo invernale non solo sulle piste da sci ma – precisa la Coldiretti – sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro della stagione invernale dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Una debole speranza viene dal via libera allo sci al 15 febbraio proposto dal Comitato tecnico scientifico per la riapertura degli impianti sciistici scelta ritenuta prioritaria per far ripartire la stagione sulla neve, anche solo per le poche settimane rimanenti prima dell’arrivo della primavera.

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