"Da dicembre gli allevatori riceveranno 3,1 centesimi in più per ogni litro di latte prodotto e conferito a Lactalis. Dopo la nostra massiccia mobilitazione la multinazionale è venuta a patti e ha riconosciuto un aumento di 2,1 centesimi del prezzo del latte alla stalla per il prossimo trimestre in tutto il Nord Italia, al quale va aggiunto il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea. Il prezzo del latte alla stalla passa dunque da 34 a oltre 37 centesimi al litro. Del centesimo in più sul prezzo del latte beneficeranno anche i produttori che conferiscono ad altre aziende, inoltre vi saranno dei vantaggi anche in seguito alle misure fiscali introdotte dal governo che si tradurranno in un ulteriore incremento del reddito d’impresa”.
Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova e titolare di un allevamento zootecnico, plaude all’intesa raggiunta con la multinazionale Lactalis sul prezzo del latte. “Tra pochi giorni dunque vedremo gli effetti del primo risultato concreto della nostra forte azione di contrasto nei confronti dei diktat della grande industria sul prezzo del latte. Questo aumento ovviamente è solo il primo passo, che avrà un peso maggiore su chi conferisce a Lactalis, e comunque rappresenta una boccata d’ossigeno per l’intero settore zootecnico per troppo tempo “ostaggio” delle imposizioni delle multinazionali. L’accordo raggiunto con Lactalis, il più grande produttore in Europa, sarà la base per rivedere le condizioni economiche applicate a livello locale anche dalle altre aziende produttrici.
L’impegno per la definizione di contratti standard – prosegue Miotto - e, soprattutto, l’impegno a trovare meccanismi di indicizzazione che necessariamente tengano conto anche dei parametri italiani penso possano gettare delle basi importanti per i prossimi negoziati. Il beneficio dell’aumento del prezzo del latte si somma, nel 2016, con la possibilità di trattenere l’intera Iva del 10% incassata, anziché l’8% per il latte, porta ad un ulteriore aumento di mezzo centesimo al libro. Ricordiamo poi il mantenimento, non scontato, del premio di qualità e gli effetti dell’abolizione dell’Imu agricola e dell’Irap. Effetti che si traducono in aumento di reddito per le nostre imprese e che permetteranno di affrontare con maggior vigore i mercati e gli investimenti che il settore richiede.
Siamo riusciti a forzare il blocco degli industriali lattiero caseari – conclude Miotto – costringendoli a rivedere sia le loro politiche di prezzo alle stalle che la logica, davvero rovinosa per gli allevatori. Ora intendiamo proseguire su questa strada già tracciata”.
Nel padovano le stalle dedicate alla produzione latte sono poco meno di 600, concentrate soprattutto nell’Alta. Sono oltre 40.000 le vacche da latte allevate e 2.166.000 i quintali di latte prodotto ogni anno. In media quasi 3900 quintali per ciascuna stalla. Il latte viene in stragrande maggioranza destinato, proprio per la sua elevata qualità, alla produzione dei formaggi veneti a marchio Dop come il Grana Padano, l’Asiago e il Montasio. Nella nostra provincia il valore della produzione sfiora gli 87 milioni di euro.
27 Novembre 2015
“DALL’ACCORDO SUL LATTE UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER LA NOSTRA ZOOTECNIA”