14 Marzo 2012
“FALSI DI STATO”, 67 I COMUNI PADOVANI SCHIERATI A FIANCO DI COLDIRETTI DOMANI COLTIVATORI IN PIAZZA A ROMA

“Falsi di Stato”, Imu, riforma del lavoro, indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta: gli agricoltori scendono di nuovo in piazza per reclamare un “nuovo protagonismo dell’agricoltura”. Da domani mattina migliaia di migliaia di agricoltori, cittadini, ambientalisti, associazioni dei consumatori, insieme a Sindaci e rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale provenienti dalle diverse Regioni italiane si mobilitano a Roma, in piazza Montecitorio contro il falso Made in Italy di Stato ma anche per chiedere una maggiore attenzione nei confronti del settore primario, stretto fra la concorrenza sleale e nuove tasse. Una mobilitazione che continuerà nelle prossime settimane.
Le istituzioni del territorio, adeguatamente informate da Coldiretti sull’anomalia della Simest, società controllata dal ministero dello Sviluppo economico, si sono mostrate molto sensibili al problema della concorrenza che danneggia gli autentici prodotti “made in Italy”. Dopo l’autorevole e tempestiva adesione della Camera di Commercio di Padova e della Provincia di Padova anche i Comuni padovani stanno sottoscrivendo in massa l’ordine del giorno proposto da Coldiretti Padova. Ad oggi sono ben 67 su 104 le amministrazioni comunali che hanno adottato la delibera in difesa delle autentiche tipicità del territorio, minacciata da una concorrenza finanziata nientemeno che dallo Stato italiano. La stessa iniziativa è stata assunta dai Consorzi di Tutela dei Vini Doc Colli Euganei, Merlara e Corti Benedettine. Il caso Simest è emblematico perché lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza agli italiani sfruttando il valore evocativo del Made in Italy, finanziando aziende che producono all’estero prodotti che richiamano nel nome le nostre tipicità.
“Con questa nuova e massiccia mobilitazione- spiega Marco Calaon, presidente di Coldietti Padova – vogliamo affermare la centralità del settore agroalimentare quale una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere, ma anche denunciare gli ormai troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di un settore che è patrimonio del Paese.
Ci chiediamo perché dopo tante denunce il Ministero dello Sviluppo Economico non vieta per legge il finanziamento di prodotti realizzati all’estero che imitando il vero Made in Italy uccidono il futuro delle nostre imprese. E ancora: perché chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare l’IMU in maniera maggiore di chi la terra la usa per divertirsi o speculare? Perché al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali, il nostro settore che occupa 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi è l’unico a non essere stato invitato ? Perché dopo due leggi nazionali sull’etichettatura per fare sapere agli italiani quello che mangiano nessuno si è preso la responsabilità di applicarle ?
La nostra agricoltura è la prima a livello mondiale per valore aggiunto ad  ettaro, il nostro cibo è il piu’ apprezzato e imitato nel mondo, il nostro export agroalimentare cresce a due cifre. Agricoltura e cibo sono un patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale che il mondo ci invidia. Sono un patrimonio di tutti gli italiani! Tutto questo la gente lo sa ed è ora che anche la politica ne prenda atto”.

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