17 Febbraio 2012
“FALSI DI STATO”, LA PROVINCIA DI PADOVA APPROVA UNANIME LA MOZIONE SIMEST

Non è rimasta inascoltata la denuncia di Coldiretti contro i “falsi di Stato” nel settore agroalimentare. Le istituzioni del territorio, adeguatamente informate da Coldiretti sull’anomalia della Simest, società controllata dal ministero dello Sviluppo economico, si stanno mostrando molto sensibili al problema della concorrenza che danneggia gli autentici prodotti “made in Italy”. Dopo l’autorevole e tempestiva adesione della Commercio di Padova, anche la Provincia di Padova si è schierata al fianco di Coldiretti. Ieri infatti il Consiglio Provinciale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal consigliere Francesco Cazzaro e appoggiato dalla Presidente Barbara Degani.
Il caso Simest denunciato da Coldiretti è emblematico. La società controllata dal Ministero dello sviluppo economico si occupa dello sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero, destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese. Ad esempio sostiene la produzione in Romania di formaggi di pecora venduti con marchi che richiamano al “Made in Italy” come Dolce Vita e Pecorino, mentre con il Gruppo Parmacotto ha stretto un accordo per la promozione di salumi "italiani" fatti però negli Stati Uniti. Solo leggendo alcuni nomi dei prodotti venduti all’estero è evidente  il danno che viene prodotto evocando  denominazioni di territori e di prodotti che sono il frutto di secoli di storia, tradizione, impegno diligente degli imprenditori agricoli.
Dalla Provincia di Padova, dunque, pieno appoggio alla denuncia di Coldiretti. «Ho spiegato al Consiglio i motivi dell’iniziativa che vuole tutelare sia i produttori che i consumatori. – spiega il consigliere provinciale Francesco Cazzaro – Lo Stato non può permettersi di destinare denaro pubblico a simili operazioni ma deve piuttosto vigilare sull’attività di promozione sui mercati esteri e sull’attività di società come la Simest. La mozione ha trovato il pieno appoggio di tutti i gruppi consiliari”.
Nel frattempo due parlamentari padovani hanno già presentato un’interrogazione a risposta scritta sul caso Simest. Si tratta di Massimo Bitonci (Lega Nord) e Antonio De Poli (Udc), Ora Coldiretti si attende il sostegno degli altri depurati e senatori padovani in una battaglia a difesa del vero “made in Italy” e dei consumatori.
Ottima anche la risposta dei Comuni padovani, che stanno approvando in massa la mozione presentata da Coldiretti. Ormai sono oltre sessanta le amministrazioni locali che hanno già deliberato. La stessa iniziativa è stata assunta dai Consorzi di Tutela dei Vini Doc Colli Euganei e Merlara.
«La piena adesione dei rappresentanti istituzionali conferma l’attenzione nei confronti del patrimonio agroalimentare minacciato dalla concorrenza sleale in tutto il mondo. – spiega Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova - Non possiamo accettare che lo Stato italiano investa denaro pubblico su iniziative che hanno l’unico scopo di sfruttare il marchio del “made in Italy” traendo in inganno i consumatori e danneggiando le nostre imprese agricole. Il nostro obiettivo è di intervenire nei confronti del Governo nazionale coinvolgendo le Istituzioni locali per porre fine a una situazione contraddittoria come quella di sovvenzionare con fondi pubblici società agroalimentari che promuovono all’estero prodotti italian sounding realizzati e confezionati sul posto».
«Con questa iniziativa – prosegue Calaon - facciamo in modo che siano le istituzioni a chiedere di porre fine allo scandalo del finanziamento con fondi italiani di iniziative che creano concorrenza sleale proprio ai nostri prodotti e ingannano i consumatori. La richiesta alle istituzioni è di schierarsi apertamente al nostro fianco per impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione che danneggiano le autentiche eccellenze del territorio e dell’agricoltura italiana. Non abbiamo intenzione di fermarci qui e già nei prossimi giorni Coldiretti si farà sentire».

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