La coltivazione del futuro viene da un passato non troppo lontano: la canapa, poco più di mezzo secolo fa, era ancora coltivata nelle campagne padovane e venete e ora è tornata in auge, tanto che nel giro di qualche anno la coltivazione è cresciuta sensibilmente, riscuotendo l’interesse degli agricoltori, a partire dai più giovani.
Per questo motivo, da alcuni anni Coldiretti Padova sta organizzando la filiera della canapa mettendo in rete i produttori e organizzando attività formative per le aziende. La più recente è di questi giorni, con il corso di formazione sulla filiera della canapa, dalle tecniche di coltivazione in campo, alla trasformazione fino ai molteplici impieghi in svariati settori. Il corso, organizzato da Impresa Verde Padova e Verona, le società di servizi di Coldiretti, ha coinvolto una ventina di imprenditori agricoli tra lezioni on line e due giorni di viaggio studio tra le province di Lucca, Arezzo e Roma per conoscere da vicino alcune realtà produttive che hanno valorizzato per l’appunto la filiera della canapa. Tra i docenti Stefano Bona, professore della facoltà di Agraria dell’Università di Padova, Gianni Moriani, docente del master universitario presso l’Università Vita – Salute San Raffaele, Giampaolo Grassi, ricercatore ed ex responsabile del Crea di Rovigo, Gabriele Panziera, responsabile del progetto divulgativo della canapa. Nei due giorni di viaggio studio i partecipanti, accompagnati da Beppe Croce, presidente di Federcanapa e da Paolo Minella, consulente di Coldiretti Padova per la filiera della canapa, hanno visitato le coltivazioni avanzate di canapa a seme a Capannori (Lucca) e Arezzo, l’impianto di estrazione ad Ariccia e alcune serre di coltivazione di canapa da fiore a Fornello, a nord di Roma.
Nella nostra provincia il balzo c’è stato negli ultimi anni: da pochi appezzamenti di terreno la canapa è ora presente in oltre 100 ettari, per lo più concentrati nella Bassa Padovana, su iniziativa di quasi un centinaio produttori. A spingere la diffusione della canapa anche la resistenza della pianta alla siccità, fenomeno ormai sempre più frequente proprio nel territorio della Bassa Padovana. La canapa non ha bisogno di essere irrigata e resiste molto bene anche nelle annate più secche. Inoltre non è minacciata dalle piante infestanti e non richiede perciò particolari trattamenti. Siamo ancora agli inizi ma le potenzialità ci sono perché di questa pianta non si butta via niente, dal fusto alle inflorescenze.
La canapa, ricorda Coldiretti Padova, è utilizzata anche per esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla nutraceutica agli usi terapeutici, dalle farine agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta, biscotti e cosmetici.
"L’agricoltura del domani è proprio questo continuo guardare all'innovazione - ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - tenendo presente le richieste dei consumatori, sempre più attenti ai temi della salute e dell'ambiente. Negli ultimi anni, nonostante le difficoltà normative, la coltivazione di canapa è cresciuta e siamo in grado pertanto di mettere a disposizione solo nella nostra provincia un migliaio di quintali di seme all'anno per gli usi terapeutici e alimentari, ma anche oltre 15 mila quintali di biomassa per molti altri impieghi. Siamo pronti a collaborare con le aziende di trasformazione e il mondo della ricerca farmaceutica per valorizzare al massimo questo prodotto. Serve inoltre un adeguato intervento legislativo in materia. Anche i cambiamenti climatici ci portano ad essere pionieri con la coltivazione della canapa per favorire la biodiversità come risposta all'omologazione. Vogliamo conservare e valorizzare un patrimonio genetico che sarà prezioso per le prossime generazioni. Nella diversificazione troviamo il nostro reddito come produttori con coltivazioni eco compatibili e ricche di opportunità di sviluppo, dalla bioedilizia alla nutraceutica, dal tessile all'alimentazione”.
