22 Aprile 2013
FRANE SUI COLLI, ALLAGAMENTI IN CAMPAGNA: L’AGRICOLTURA FERITA INVOCA UN PIANO SALVA SUOLO

Sui Colli Euganei i vigneti e gli uliveti vengono inghiottiti dalle frane, che minacciano anche le strutture come cantine e strade di collegamento. Intanto in pianura gli agricoltori fanno i conti con le continue piogge che non permettono di procedere con le semine primaverili, quest’anno in notevole ritardo. E molti terreni agricoli sono i primi a finire sott’acqua a causa della cementificazione e di una rete idraulica ormai insufficiente. Un amaro contrappasso per il settore primario padovano che ancora non si è ripreso dalla tremenda siccità dello scorso anno. L’attuale dissesto idrogeologico è il risultato dell’eccessiva urbanizzazione che ha provocato sottrazione del terreno agricolo, del progressivo abbandono delle campagne e dei mutamenti climatici. Coldiretti Padova, in occasione dell’Earth Day, invita a non fermarsi all’emergenza e agli interventi tardivi ma a lavorare per un nuovo modello di sviluppo, ad un futuro con meno cemento e più verde e più agricoltura, all’insegna di una produzione sostenibile sia sul fronte ambientale che su quello economico.
Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono, afferma Coldiretti, e garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo, tutte le istituzioni, dai Comuni al Governo, devono difendere il proprio patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile dalla cementificazione e dall’abbandono con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola. Se nella classe dirigente è mancata la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una delle poche leve per tornare a crescere, la sensibilità negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini che sempre più spesso sostengono con le proprie scelte di acquisto l’agricoltura ed i prodotti locali del territorio.
Una conferma viene dalla presenza ogni settimana di migliaia di consumatori padovani nei mercati di Campagna Amica a Padova e provincia, dove i nostri agricoltori vendono autentici prodotti a chilometri zero prodotti, nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo quotidiano. Fermare la cementificazione e il degrado del territorio, impedire la contaminazione transgenica e  l’inquinamento industriale, offrire alimenti sicuri e genuini  ma soprattutto affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di sviluppo diverso e più sostenibile  è l’impegno degli agricoltori italiani per la giornata della terra.
Padova e il Veneto hanno pagato un alto prezzo al cosiddetto sviluppo: nell’ultimo decennio la nostra regione ha visto sparire 41 mila ettari di terreno fertile a causa della cementificazione e dell’abbandono. Se l’Italia ha perso negli ultimi venti anni il 15 per cento della terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocato da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo, il nord est non è da meno.
A Padova gli esempi più eclatanti sono le frane di questi giorni sui Colli Euganei, già minati dal flagello dei cinghiali, mentre in pianura centinaia di ettari sono a rischio desertificazione o, al contrario, invasi dall’acqua anche per settimane nei periodi più piovosi. L’agricoltura dell’Alta Padovana fa i conti da anni, invece, con il progressivo abbassamento della falda e la mancanza della preziosa acqua per colture e allevamenti. Tutta la provincia, poi, ha pagato un alto tributo in termini di terreno ceduto alla costruzione di nuove infrastrutture ma anche insediamenti edilizi e produttivi, molti dei quali ora sono inutilizzati a causa della crisi.
Se il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento tiene finalmente in considerazione la salvaguardia del suolo agricolo compromessa in passato da un’impostazione dalla frenesia di uno sviluppo ‘mangia-terra’ significa che qualcosa sta cambiando. Coldiretti sottolinea il proficuo coinvolgimento dell’organizzazione agricola nel confronto con le strutture regionali che ha portato alla definizione di un testo migliorativo, ma che per essere realmente efficace deve tradursi nel rispetto delle regole da parte di molte amministrazioni pubbliche che hanno derogato dando una lettura anacronista, a differenza degli imprenditori agricoli che invece hanno edificato annessi rustici e stalle nei parametri consentiti sopportando una burocrazia spesso invasiva.

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