28 Luglio 2015
FRUTTA E VERDURA DELLA SOLIDARIETA’ CONTRO CRISI E SPECULAZIONE

Guarda i servizi dei tg locali:
- servizio Telepadova 7Gold
http://www.7goldtelepadova.tv/2015/07/28/preferiscono-regalarla/
- servizio Telechiara (è il primo in apertura del telegiornale)
https://www.youtube.com/watch?t=37&v=FAvJxxwP3hk
- intervista Tv7 Triveneta
http://www.gruppotv7.com/ireporter/news/padova/2015/07/28/ORTOFRUTTA_E_SPECULAZIONE_L_ALLARME_DI_COLDIRETTI__132724.html

Mele, pesche, peperoni: frutta e verdura fresca, di stagione e del territorio, donata stamattina dagli agricoltori di Coldiretti Padova all’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio. All’istituto di Sarmeola di Rubano i produttori agricoli padovani, accompagnati dal presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto, hanno consegnato diverse decine di chilogrammi prodotti ortofrutticoli raccolti nei campi della nostra provincia, prodotti freschi e di qualità ideali per affrontare il caldo di questi giorni e per integrare adeguatamente la dieta quotidiana. E’ l’ortofrutta della solidarietà che gli agricoltori hanno scelto di devolvere a chi si trova in situazioni di necessità nel giorno dedicato al primato italiano della produzione di frutta e verdura in Europa con il denominatore comune della solidarietà, nei confronti delle categorie più deboli, dagli anziani ai bisognosi.
“Il valore del nostro lavoro passa anche attraverso il riconoscimento del ruolo sociale della nostra agricoltura. – spiega il presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto – Per questo abbiamo voluto dedicare alla solidarietà la giornata nazionale dell’ortofrutta. Mentre una delegazione di produttori padovani è ad Expo, accompagnata dal direttore Giovanni Pasquali, insieme agli agricoltori arrivati da tutta Italia per presentare al grande pubblico il valore dell’autentica frutta e verdura “made in Italy”, noi abbiamo scelto di portare un segno concreto di aiuto a chi ne ha maggior bisogno”.
A ricevere la frutta padovana dei produttori Campagna Amica il direttore dell’Opsa mons. Roberto Bevilacqua che ha ringraziato Coldiretti per il gesto di generosità: «La vostra associazione è sempre stata vicina al nostro Istituto - ha ricordato - fin dalla sua fondazione nel 1960. Questo vostro gesto è un segno della provvidenza”.
“Il sorriso e l’accoglienza di oggi - aggiunge Miotto - ci ripagano delle delusioni e delle ingiustizie del mercato che penalizza proprio i produttori. Preferiamo regalare i nostri prodotti a chi diciamo noi invece che consegnarla per pochi spiccioli alla grande distribuzione. Appena il 16,7% del costo sostenuto dai consumatori arriva agli agricoltori che con questa cifra non riescono neppure a sostenere le spese di produzione sempre più onerose.
Esempi ne abbiamo tutti i giorni: per 1 kg di pesche nettarine all’imprenditore rimangono 30 centesimi quando il consumatore paga 1.80 euro. Il melone pagato al punto vendita 1,40 euro al chilo frutta all’agricoltore appena 40 centesimi, stesso guadagno per le susine vendute al dettaglio ad 1,50 euro. Siamo di fronte ad una filiera “avara” che paca troppo poco il produttore e fa pagare troppo il consumatore. Una situazione inconcepibile ed inaccettabile, che bisogna arginare per consentire al settore di non cedere il passo all’invasione prodotti stranieri, in apparenza più economici, i cui standard qualitativi sono però ben diversi dai nostri e molto lontani dall’eccellenza dei nostri prodotti. La nostra frutta e verdura si piazza al primo posto per sicurezza alimentare. Ad esempio i residui di agro farmaci sui nostri prodotti superiori ai limiti di legge sono appena lo 0,4% dei casi, un dato quattro volte inferiore alla media dell’1,5% dei Paesi europei e ben venti volte inferiore al 7,9% dei Paesi extraeuropei”.
Nella nostra provincia il valore della produzione di ortaggi, altalenante negli ultimi anni a causa delle dinamiche penalizzanti dei prezzi e delle condizioni climatiche, è di quasi 150 milioni di euro per una produzione complessiva di 1,4 milioni di quintali. Centinaia le aziende agricole padovane impegnate nella coltivazione di ortaggi, frutta e verdura, in serra o in pieno campo, con migliaia di posti di lavoro.
“Il calo di produzione, generalizzato in tutta Italia, - continua Miotto - rischia non solo di compromettere l’intero settore ma anche di avere ripercussioni negative sui consumi quotidiani di frutta e ortaggi, prodotti alla base della piramide alimentare. Il loro consumo contribuisce a  limitare la spesa sanitaria per la collettività e a vincere le patologie del terzo millennio. Per questo è fondamentale che il consumatore possa scegliere con consapevolezza i prodotti da acquistare ed essere adeguatamente informato sulla qualità e l’origine. L’ortofrutta fresca deve essere obbligatoriamente etichettata con l’origine, se confezionata. Se invece è sfusa questa informazione deve essere riportata su un cartello nel punto vendita. L’ortofrutta trasformata è anonima. Tranne la passata di pomodoro, le cui etichette devono riportare l’origine del pomodoro utilizzato e alcuni prodotti in cui l’origine dell’ortofrutta utilizzata viene riportata volontariamente dal trasformatore in etichetta, tutti gli altri prodotti a base di ortofrutta sono anonimi.
Coldiretti crede in un mondo di persone in carne ed ossa che possano scegliere consapevolmente, in base alla loro etica ed al loro portafogli, cosa acquistare, non in  un  mondo di burattini di legno condizionati da false immagini o da pubblicità o etichette ingannevoli”.
L’Italia è un paese che potrebbe essere sostanzialmente autosufficiente per quanto riguarda le produzioni ortofrutticole, ma il forte consumo di prodotti esotici (le banane sono il terzo frutto più consumato), la pressione di “primizie” e “tardizie” di importazione sulle scelte dei consumatori, la ricerca dell’industria di semilavorati a basso costo (es. concentrato di pomodoro) portano l’Italia ad importare prodotti ortofrutticoli.

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