24 Settembre 2024
“Il tempo delle donne”, a Padova il seminario inaugurale con l’assessore regionale Mantovan

“Siamo qui per dire alle donne che ce la possiamo fare ad esprimere il nostro talento nel mondo del lavoro, oltre ogni barriera, di genere e di età”. Questo il messaggio che ha accompagnato il varo ufficiale del progetto “Il tempo delle donne” - promosso dal Centro di Formazione di Coldiretti Impresa Verde Padova e sostenuto dalla Regione del Veneto nell’ambito del Fondo Sociale Europeo DGR 110/2024 – che mira a promuovere il talento femminile come risorsa preziosa nell'Age Diversity Management. Creando un contesto lavorativo inclusivo, le aziende possono sfruttare appieno anche la ricchezza della diversità generazionale.

Al seminario inaugurale di oggi, martedì 24 settembre, nella sede di Coldiretti Padova, hanno portato il loro sostegno e la loro testimonianza ospiti d’eccezione: Valeria Mantovan neo assessore regionale, Gaya Spolverato oncologa e più giovane primaria d’Italia, l’imprenditrice Cristina Mollis Ceo di The Okapi Network, insieme a Marina Montedoro, direttore di Coldiretti Veneto. Il percorso formativo coinvolge un partneriato di vario profilo come ordini professionali, enti privati e pubblici, associazioni e amministrazioni, tutte realtà con responsabilità al femminile. Per suggellarne l’avvio le imprenditrici agricole, cuore pulsante dell’iniziativa, hanno organizzato il seminario aperto ai profili professionali previsti dal corso di formazione, moderato Valentina Galesso presidente regionale di Donne Coldiretti Veneto e da Cristina Vascon, già dipendente di una multinazionale e ora titolare di un bio agriturismo ai piedi dei Colli Euganei. A portare i saluti il presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin e il direttore Carlo Belotti.

Valeria Mantovan, assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro ha ricordato che “c'è ancora molto da lavorare per la qualità dell’occupazione femminile e superare la disparità nei contratti e nella retribuzione. Il 67,4 % donne venete è occupato, un valore ben più alto della media nazionale ma il problema sta nella tipologia contrattuale visto che in larga parte si tratta di rapporti a tempo determinato o parziale. Rivolgo un plauso a Coldiretti, molto sensibile a questa tematica, e alle organizzatrici di questa iniziativa: state dimostrando ancora una volta di essere all’avanguardia.

Questo percorso formativo, ha aggiunto Marina Montedoro, direttore di Coldiretti Veneto, punta proprio ad affermare il talento delle donne, al di là delle barriere di genere o di età, ma anche di retribuzione e di pregiudizi: “Portiamo le testimonianze di donne che ce l’hanno fatta perché molte altre non abbiano paura di affermare le proprie capacità e competenze, il valore aggiunto che sanno mettere nel lavoro. Vogliamo aiutare chi pensa che non ci siano opportunità anche in ambienti molto maschili. Le donne sono la forza della Coldiretti, abbiamo imprenditrici che dedicano il tempo gratuitamente per creare opportunità e portare un valore straordinario nel nostro mondo”.

Gaya Spolverato ha ripercorso la sua esperienza professionale di oncologa tornata dagli Stati Uniti e diventata la più giovane primario d’Italia. “Mi sono sentita dire che sono troppo giovane per essere primario all’Università di Padova – racconta – eppure ci sono amministratori delegati di grandi multinazionali poco più che trentenni, non vedo dove sia il problema. Ancora oggi trovo dei pazienti che si stupiscono del mio ruolo e si chiedono se sono abbastanza brava. Alle mie colleghe raccomando di non scendere a compromessi per il fatto di essere donne e di investire molto nella formazione, nel confronto, nelle relazioni e nell’organizzazione del proprio tempo e delle proprie capacità. Ho scelto di tornare in Italia perché credo che si possa costruire qualcosa di importante anche qui, conciliando lavoro e famiglia. Con le colleghe chirurghe abbiamo fatto rete e questo ci aiuta”.

Cristina Mollis, viene dall’imprenditoria digitale, è una “visionaria”  che ha scommesso sulla sostenibilità dei processi produttivi. Oggi è Ceo di di The Okapi Network, start-up che punta alla riduzione degli sprechi di plastica e d’acqua nei consumi usa e getta attraverso prodotti riciclabili e riutilizzabili. “Partiamo dall’idea che forse un mondo migliore è possibile, se ci muoviamo insieme. La tecnologia è utile ma va usata per dare più spazio agli uomini e alle donne, per cambiare in meglio il nostro mondo. La tecnologia ti connette ma è arida se non viene applicata alla nostra umanità”.

Anche Cristina Vascon, vice presidente di Coldiretti Padova e oggi imprenditrice agricola, viene dal mondo delle grandi aziende: “Ho imparato che nel momento in cui entri nel mondo del lavoro non sei donna o uomo, quando ti siedi ad un tavolo rappresenti quello che sei con la tua preparazione, le tue competenze e tue esigenze. Vogliamo aiutare le donne ad esprimere il proprio talento, in questi mesi lavoreremo molto sulle parole, importanti nel nostro mondo”.

“Siamo ancora poche donne in un mondo di uomini – ha aggiunto Valentina Galesso – e il progetto “Il Tempo delle donne” punta proprio ad aiutare le donne, siano essere imprenditrici o lavoratrici. Tratteremo temi come i pregiudizi sul fatto che come donna sei o troppo giovane o troppo vecchia, oppure troppo impegnata o troppo assente, parleremo anche di leadership orizzontale e del coinvolgimento delle giovani, delle strategie che si possono declinare in ogni azienda. Con questa nuova sfida vogliamo creare una rete 'rosa' trasversale partendo proprio dalla realtà agricola che esprime esempi di imprenditrici determinanti nelle forme di aggregazione come agenzie, cooperative, associazioni”.

In Veneto, ricorda Coldiretti, sono 14 mila le imprenditrici agricole, e metà di queste sono rappresentate da Coldiretti. “Le signore dell'agricoltura – conclude Galesso - coinvolgono e trainano aziende che intercettano i bisogni della società con la vendita diretta, le fattorie solidali e didattiche, gli agriturismi. Sono amministratori delegati e dirigono imprese agricole  con una buona consistenza di fatturato dai 25mila ai 50mila euro. Diplomate e laureate spesso hanno rinunciato ad una carriera sicura in ufficio per fare le pastore, malgare o praticare la pesca. Il motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali come le fattorie didattiche e gli agriasilo, ma anche l’importante impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi”. A livello nazionale sono quasi duecentomila le capitane d’impresa che hanno scelto la campagna come prospettiva imprenditoriale.  Il cuore dell’agricoltura rosa è in Sicilia, Puglia e Campania. Il risultato è che oltre un’azienda agricola italiana su quattro (28%) è oggi guidata da donne con una presenza che sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all'agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. A livello veneto è Treviso a guidare la classifica delle sette province con oltre 3mila realtà, a seguire Verona e al terzo posto Padova. La capitale della pesca resta sempre Rovigo con centinaia di attività di acquacoltura.

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