Nonostante la concorrenza sempre più agguerrita di prodotti che arrivano dalla Cina i produttori di miele padovano, quello vero, non si lasciano intimorire perché sono consapevoli della qualità superiore di un prodotto seguito passo passo con passione e competenza. “Sul nostro miele ci mettiamo il nome e la faccia”, affermano con orgoglio gli apicoltori padovani che domenica prossima, 18 marzo, parteciperanno alla giornata provinciale dell’Apicoltore organizzata a Conselve dal’Apat – Apicoltori in Veneto, e Fai Veneto, con il patrocinio della Regione della Provincia di Padova, del Comune di Conselve e di Coldiretti Padova.
Nel padovano, accanto ad una trentina di produttori professionali di miele, titolari di un’azienda agricola, vi sono infatti circa 600 hobbisti, apicoltori per passione. Dalle circa 12 mila arnie sparse nella nostra provincia escono ogni anno almeno 4 mila quintali di miele, il cui prezzo è stabile negli ultimi anni, proprio grazie alla qualità.
La “Giornata dell’Apicoltore” apre in sala Dante alle 9 con il convegno dedicato alle nuove fonti di reddito in agricoltura coordinato da Raffaele Cirone, presidente nazionale del Fai, la Federazione Apicoltori Italiani. Il presidente Cirone si soffermerà proprio sulle opportunità di reddito e le prospettive di un settore che ha il merito di valorizzare un prodotto sano, genuino e strettamente legato al territorio. Dopo il saluto del sindaco di Conselve Antonio Ruzzon, dell’assessore del Comune di Padova Marta Dalla Vecchia e dell’assessore provinciale all’agricoltura Domenico Riolfatto, gli interventi di Michele Gallo del Parco Colli Euganei, di Franco Mutinelli dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, di Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura e del presidente Apat Stefano Dal Colle. Quindi la reazione di Aldo Metadori, apicoltore professionista di Siena, sulle nuove frontiere del polline. Al termine la giornata prosegue con il pranzo sociale al ristorante “La Torre” di Cornegliana. Per informazioni: apicoltoripadova@yahoo.it.
L’Italia importa circa la metà del proprio fabbisogno con una produzione nazionale che per il 2011 è stimata sulle 13mila tonnellate per un valore al consumo di 60 milioni di euro grazie al lavoro di 75mila apicoltori con 1,1 milioni di alveari. Si stima tuttavia che il servizio di impollinazione fornito dalle api all'agricoltura valga 2,5 miliardi di euro. Ma il calo della produzione interna ha favorito le importazioni, in particolare dall’America latina e, negli ultimi tempi, anche dalla Cina, da dove proviene il 10 per cento del miele venduto in Italia.
Almeno un barattolo su dieci di miele di provenienza straniera arriva dalla Cina e nessuno garantisce che sia libero da Ogm. In questi ultimi mesi, infatti, anche a Padova e provincia come nel resto dell’Italia è triplicata l’importazione di miele dalla Cina. L’obbligo dell’etichetta dovrebbe tutelare i consumatori, almeno per quanto riguarda l’acquisto di barattoli di miele, mentre è assai più difficile risalire alla provenienza nel caso di prodotto destinato alla trasformazione e impiegato in altri alimenti. Nessun problema invece per il miele “made in Italy”, ogm free e garantito dagli stessi produttori nei sempre più numerosi mercati agricoli presenti anche nella nostra provincia. Proprio nei farmer’s market c’è la possibilità di conoscere le caratteristiche e le qualità del miele a “km 0”, una delle eccellenze del nostro territorio.
16 Marzo 2012
IL VERO MIELE PADOVANO NON SI LASCIA INTIMORIRE DALLA CONCORRENZA CINESE