Sono arrivati a Parma di primo mattino con i pullman da tutta la provincia gli oltre 500 agricoltori di Coldiretti Padova per sfilare insieme ai ventimila imprenditori agricoli di ogni regione italiana, con le bandiere gialle dell’organizzazione e quelle dell’Unione Europea, uniti dallo slogan “Facciamo luce”. La grande mobilitazione di Coldiretti ha portato nel cuore della food valley italiana il tema cruciale della sicurezza alimentare, per riflettere su ciò che arriva sulle nostre tavole e a dare voce ai dubbi sollevati dalla comunità scientifica.
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Accompagnati dal presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin e dal direttore Carlo Belotti, gli agricoltori padovani hanno sfilato nel corteo che ha attraversato la città e raggiunto la sede dell'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’ente che esamina le richieste di autorizzazione dei cibi cellulari fatti in laboratorio.
"La nostra è una manifestazione difensiva, contro l'aggressione di chi vuole mettere in crisi il cibo naturale Made in Italy con cibi ultraformulati e cibo cellulare fatto in laboratorio – spiega il presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin- È una manifestazione per l'Europa. Un'Europa diversa, più coraggiosa, più vicina ai suoi popoli. Un'Europa che lavori per la pace. Ma l'Europa ci serve come il pane. Per questo insieme alle nostre bandiere c'erano nel corteo quelle dell'Europa. Abbiamo chiesto più scienza a difesa della salute dei cittadini consumatori, ma anche più difesa del reddito degli agricoltori. Ancora una volta Coldiretti è scesa in piazza come la forza amica del Paese a difesa del cibo sano e sicuro.
I nostri agricoltori sono consapevoli del ruolo che svolgono per garantire prodotti agroalimentari di qualità - aggiunge Lorin - e per questo erano così numerosi a Parma. Vogliono far sentire la loro voce, ribadire il loro impegno per la trasparenza e chiedere un'Europa più attenta e responsabile nei confronti dei consumatori e degli imprenditori agricoli.
Alla Commissione UE chiediamo più coraggio, regole e trasparenza sui cibi ultraformulati, affinché i cibi cellulari fatti in laboratorio non siano trattati come nuovi cibi ma come farmaci. Chiediamo inoltre risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo, da destinare solo ai veri agricoltori, insieme all'origine obbligatoria in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa. Vogliamo l'abolizione della regola dell'ultima trasformazione sostanziale del codice doganale che consente ad esempio al concentrato di pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua di diventare passata made in Italy da vendere all'estero. Siamo per la reciprocità negli accordi internazionali ma vogliamo più controlli alle frontiere contro le importazioni sleali".