Un momento della manifestazione a Expo, sulla nostra pagina facebook Coldiretti Giovani Impresa Padova altre immagini e commenti
Anche una delegazione degli allevatori dell’Alta Padovana, territorio vocato alla zootecnia e in particolare alla produzione di latte per i formaggi Dop, oggi ha raggiunto Expo Milano con Coldiretti per la giornata dedicata ai produttori di latte veneto e di formaggi blasonati a denominazione di origine protetta insidiati da troppe “forme tarocche” che arrivano da oltre confine. Così Coldiretti lancia la sfida all’industria del falso agroalimentare e della contraffazione schierando la squadra di eccellenze casearie venete nel primo “cheese test” che metterà a confronto i formaggi di casa nostra con le imitazioni. La delegazione padovana guidata dal presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto e dal direttore Simone Solfanelli ha messo l’accento sulla minaccia a tipicità come il Grana Padano, prodotto nei caseifici dell’Alta Padovana e commercializzato in tutto il mondo.
“I nostri allevatori - ricorda Miotto - firmano i tre formaggi Dop prodotti nella nostra provincia, in particolare nell’Alta Padovana e nel Destra Brenta. La gran parte del latte munto ogni giorno nelle nostre stalle viene trasformata, proprio per la sua qualità, in Grana Padano, Asiago e il Montasio. Tre formaggi conosciuti anche all’estero ma purtroppo molto imitati con marchi che ne richiamano il nome, come abbiamo dimostrato in più occasioni. Due settimane fa una delegazione di produttori padovani è stata all’Expo per presentare le eccellenze del territorio, fra le quali c’era anche il Grana Padano del caseificio Gazzo Centro. Oggi siamo tornati nuovamente a Milano per lanciare la sfida ai formaggi che ingannano i consumatori”.
“In provincia di Padova la zootecnia è un settore chiave - afferma il direttore Solfanelli - che conta più di 600 aziende dedicate alla produzione di latte, oltre 40.000 vacche da latte in stalla e 2.300.000 quintali di latte prodotto, in stragrande maggioranza destinato, proprio per la sua elevata qualità, alla produzione dei formaggi veneti a marchio Dop come il Grana Padano, l’Asiago e il Montasio. Solo per questo settore il valore della produzione sfiora i 90 milioni di euro. In costante ascesa anche il consumo di latte fresco, di yogurt, formaggi e latticini attraverso i canali della vendita diretta e dei mercati di Campagna Amica. Il “polo” padovano del latte si localizza nell’Alta e conta centinaia di aziende che hanno affrontato notevoli difficoltà ed elevati investimenti per restare sul mercato con un prodotto di assoluta qualità. Non possiamo più accettare gli effetti della concorrenza sleale che abbiamo denunciato fin troppe volte”.
Negli Stati Uniti il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie piu’ note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. E’ quanto emerge dallo studio presentato dalla Coldiretti al Padiglione della Coldiretti nella Giornata ufficiale del latte promosso da Expo 2015 e dal Ministero delle Politiche Agricole.
La produzione di imitazioni dei formaggi italiani - sottolinea la Coldiretti - nel 2014 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di quasi 2228 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2040 milioni di chili. Tra i formaggi italiani Made in Usa piu’ gettonati - rileva la Coldiretti - ci sono la mozzarella (79 per cento), il Provolone (7 per cento) e il Parmesan (6 per cento), con quasi 2/3 della produzione realizzata in California e Wisconsin mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. Uno scippo che riguarda anche denominazioni tutelate dall’Unione Europea con la produzione di Parmesan statunitense che ha raggiunto i 144 milioni di chili, circa la metà di quello originale realizzata in Italia. Peraltro le esportazioni di formaggi italiani originali - precisa la Coldiretti - si sono invece fermate nel 2014 a circa 28 milioni di chili in calo del 6 per cento rispetto all’anno precedente, anche a causa della concorrenza sleale delle imitazioni.
Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti, dove spesso il falso è arrivato prima delle produzioni originali. A preoccupare sono anche le recenti tendenze in Russia dove l’embargo che ha colpito le produzioni casearie europee ha provocato un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dalla mozzarella “Casa Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche il Parmesan Pirpacchi, tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin. Nei primi quattro mesi del 2015 la produzione russa di formaggio ha registrato infatti un sorprendente +30 per cento. Ma i falsi arrivano anche da molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile.