27 Luglio 2020
LUPI. NEL BELLUNESE SBRANATI ANCHE I CANI DA GUARDIANIA. COLDIRETTI VENETO, GARANTIRE SICUREZZA DI CITTADINI E ALLEVAMENTI

LUPI. NEL BELLUNESE SBRANATI ANCHE I CANI DA GUARDIANIA

COLDIRETTI VENETO, GARANTIRE SICUREZZA DI CITTADINI E ALLEVAMENTI

 

27 luglio 2020 - Orsi e lupi, la presenza dei grandi carnivori sul territorio richiama l’attenzione sul tema della sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti messi in pericolo dalle ripetute incursioni  in baite, rifugi e malghe con l’uccisione di ovini, capre e bovini, addirittura di cani da guardiania come è capitato nel bellunese nei giorni scorsi dove sono stati registrati episodi di attacchi a pecore, capre, asini e anche ad alcuni esemplari di cane pastore di razza maremmana abruzzese. Un caso, quest’ultimo,  che rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio – denuncia Coldiretti Veneto - è ormai al limite, considerato che in circolazione ci sono sempre più branchi di lupi o ibridi che si aggirano indisturbati in aree rurali fino al limite dei centri urbani. Dalla Lessinia fino alle Dolomiti  il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo, alle prese con una difficile ripartenza dopo l’emergenza coronavirus. Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. Agli animali uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti – peraltro i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti nei capi sopravvissuti. Se anche gli animali da guardia diventano vittime significa che le misure di contenimento sono insufficienti. Gli agricoltori hanno messo in campo tutti i sistemi di protezione – spiega Coldiretti Veneto –che purtroppo si stanno dimostrando insufficienti visto quello che sta succedendo. Occorre ripristinare l’equilibrio naturale con azioni decisive e strategiche - evidenzia Coldiretti Veneto – per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane. Serve dunque responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che – conclude Coldiretti Veneto – con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città.

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