MALTEMPO. 600 AZIENDE AGRICOLE VENETE SENZA RISTORI. IL FONDO AGRICAT RIFIUTA LE ISTANZE
SALVAN (COLDIRETTI): “OLTRE AI DANNI LA BEFFA BUROCRATICA: BASTA”
28 agosto 2024 - Sono circa 600 le aziende venete ancora in attesa dei ristori dei danni derivati dagli eventi atmosferici del 2023. Il fondo Agricat non ha ancora rimborsato le perdite sostenute dagli imprenditori agricoli per le calamità atmosferiche subite lo scorso anno. “Imprese che hanno perso fino all’80% del raccolto - precisa Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto – e che in questi giorni stanno ricevendo la posta certificata di diniego con l’invito ad accedere al sito web tra l’altro bloccato. Tutto questo non è accettabile - denuncia Salvan – le istanze sono state presentate da quelle aziende che i danni li hanno avuti ed Agricat è stato pensato per dare sostegno alle imprese che hanno subito perdite a causa di eventi catastrofali, peraltro finanziato in gran parte con fondi Pac quindi con risorse spettanti agli agricoltori. Si tratta per la maggior parte di aziende ad indirizzo frutticolo – ricorda il presidente - un settore già provato dai cambiamenti climatici, dal moltiplicarsi di avversità meteorologiche come siccità, gelate, alluvioni, situazioni critiche a cui si aggiungono gli effetti devastanti di patogeni come la cimice asiatica che non ha risparmiato alcuna coltivazione. Il comparto frutticolo veneto è sempre stato un fiore all’occhiello per il nostro patrimonio agroalimentare, ma da anni ormai sta perdendo terreno perchè gravemente appesantito dall’instabilità del mercato, dai problemi climatici, da quelli fitosanitari e dalle importazioni sleali. Ricevere anche il diniego ad indennizzi che riteniamo giusti per queste aziende che hanno veramente subito danni gravi, è demotivante e inaccettabile.
Interesseremo direttamente l’Assessore all’agricoltura Federico Caner nel suo ruolo di coordinatore della Conferenza delle Regioni - conclude Salvan - per chiedere il riesame ma soprattutto perchè venga fatta quanto prima chiarezza a livello centrale a quella che, a nostro avviso, non può che essere un’anomalia che va risolta nel più breve tempo possibile”.