2 Maggio 2014
MALTEMPO, L’AGRICOLTURA CONTA I DANNI. COLDIRETTI PADOVA: SUBITO LE OPERE PER LA SICUREZZA IDRAULICA DEL TERRITORIO

Da ormai sei giorni la Bassa Padovana è flagellata dal maltempo e l’agricoltura conta i danni nel pieno della stagione primaverile. Anche oggi, dopo la tregua di ieri, si susseguono i temporali. Stamattina la grandine è caduta a Due Carrare  e dintorni  colpendo i vigneti e le altre colture in maturazione. Tutti da quantificare i danni al settore primario, con gravi ripercussioni sul reddito delle imprese.
A preoccupare è l’allagamento di migliaia di ettari nella Bassa Padovana: campi di mais, frumento e soia ma anche orti, serre, frutteti e vigneti. Finché l’acqua non si ritira e i terreni non si asciugano, osserva Coldiretti Padova, sarà impossibile eseguire qualsiasi lavoro e tentare di salvare il salvabile. L’allerta durerà per tutto il fine settimana, intanto gli agricoltori di Coldiretti Padova hanno chiedo ed ottenuto un incontro urgente con le istituzioni e gli amministratori dei Consorzi di Bonifica.
“Non c’è tempo da perdere - ricorda Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - i nostro imprenditori sono esasperati e si aspettano fatti concreti, subito. Tutti siamo coscienti che in emergenza ci si muove dietro una chiara progettualità. Il progetti ci sono, li hanno messi a punto i Consorzi di Bonifica, ora vanno subito finanziati. Siamo in una situazione di quotidiana emergenza e crediamo che il riconoscimento dello stato di calamità sia il primo passo per avere subito delle risorse, da distribuire secondo le priorità”.
A nome degli imprenditori della Bassa Padovana Francesco Zoia, allevatore già con numerose emergenze alle spalle, aggiunge: “se continua così gli agricoltori saranno costretti ad andarsene perché non può esistere un’agricoltura che faccia da bacino idraulico e le nostre aziende non possono sopportare perdite aggiuntive e continuare a fare da “fondo servente” per l’acqua che arriva da tre province. L’agricoltura è l’unica materia prima che abbiamo, stiamo correndo il serio rischio di perderla”.
Coldiretti, durante il faccia a faccia con Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente e Clodovaldo Ruffato, Presidente del Consiglio regionale veneto, ha ricordato che per la Bassa Padovana va risolto subito il problema del Fratta Gorzone attraverso la costruzione del collettore con l’Adige. “Il progetto è pronto, - ha ricordato Paolo Galante, amministratore del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo -e ci permette di fare un notevole passo in avanti. Servono 20 milioni di euro e si possono scongiurare anche i timori di alcuni sindaci del rodigino sulla qualità dell’acqua. Le soluzioni ci sono, basta applicarle”. Tutti gli amministratori dei consorzi di bonifica padovani hanno ricordato che il denaro speso oggi per la sicurezza idraulica permette di risparmiare somme ben maggiori necessarie per rimediare ai danni delle calamità. “Per la nostra regione - ha sottolineato Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta delle Bonifiche - abbiamo 246 progetti cantierabili, i cui lavori potrebbero iniziare anche domani, per un totale di 262 milioni di euro. I Consorzi hanno fatto la loro parte investendo il 10 per cento dei propri bilanci, 12 milioni di euro, per ulteriore opere di straordinaria manutenzione, il cui pagamento spetterebbe allo Stato. Siamo esposti per 40 milioni di euro e non possiamo pensare che il mondo agricolo, che contribuisce per il 60 per cento ai bilanci dei consorzi, possa portare questo peso e subire anche i danni ad ogni ondata di maltempo. A brevissimo servono gli interventi di cui il territorio ha bisogno”.
Clodovaldo Ruffato ha riconosciuto che “è tempo di passare dalle parole ai fatti con lavori di somma urgenza. Dall’alluvione del 2010 abbiamo avanzato 80-90 milioni che devono essere reinvestiti in opere. Quanto al by pass del Fratta Gorzone l’intervento va fatto e i problemi vanno superati. Di fronte a queste calamità nessuno si può opporre. Dobbiamo pretendere che queste opere siano svincolate dal patto di stabilità”. Barbara Degani concorda sul Fratta: “Chiediamo all’unisono le stesse cose, muoviamoci compatti. Dobbiamo parlare la stessa voce perché il rischio idraulico è un problema. Nei momenti di emergenza i Consorzi di bonifica sono gli unici interlocutori competenti. Però dobbiamo essere tutti d’accordo se vogliamo imporci in sede nazionale”.

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