28 Dicembre 2010
MILLE ETTARI SOMMERSI NELLA BASSA PADOVANA, DANNI ALL’AGRICOLTURA

Ancora danni all’agricoltura nella Bassa Padovana. La piena record raggiunta dal Fratta Gorzone ha impedito l’uso delle idrovore a servizio di una vasta area. Di conseguenza oltre mille ettari di terreno agricolo sono finiti sott’acqua nei bacini Vampadore e Cavariega, nei comuni di Vighizzolo, Merlara, Megliadino San Fidenzio e San Vitale, Piacenza d’Adige, Carceri, Vighizzolo e Sant’Urbano.
A causa del livello di massima allerta toccato dal Fratta Gorzone per quasi due giorni è stato interdetto l’uso delle idrovore del Consorzio di Bonifica Adige-Euganeo per non sovraccaricare il fiume. Questo però ha comportato un vasto allagamento della pianura circostante agli impianti idrovori. Ora ci vorranno altri due giorni per prosciugare il terreno, il quale però resterà a lungo inzuppato d’acqua impedendo qualsiasi intervento con mezzi agricoli.
Ad avere la peggio le coltivazioni di grano, seminato da poche settimane, assai diffuse nell’area interessata dagli allagamenti. Quasi impossibile sperare che le piante possano crescere lo stesso dopo essere rimaste per giorni sott’acqua. Compromesse anche le coltivazioni orticole in una delle zone più vocate della nostra provincia, in particolare gli asparagi. Coldiretti Padova si è immediatamente attivata per monitorare la situazione nelle aziende agricole ed inoltrare alle autorità competenti una nuova segnalazione di danni. 
“Ancora una volta l’agricoltura si trova a pagare un prezzo alto – afferma Paolo Galante, vice presidente del Consorzio Adige-Euganeo nonché dirigente Coldiretti – perché mancano a monte del territorio dei bacini di laminazione, vale a dire delle zone vocate ad accogliere l’acqua in eccedenza, per evitare che vengano sommerse le colture. Al momento è disponibile un solo bacino, il Montebello nel vicentino, ma non basta. Ne servirebbero almeno altri due, entrambi già previsti: uno sempre in territorio berico, il Trissino, e l’altro in territorio padovano più volte chiesto da noi, l’Anconetta. Un’altra opera necessaria potrebbe essere la “diversificazione della portata” dal Gorzone all’Adige. C’è un punto, infatti, in cui i due corsi d’acqua distano circa 200 metri. Creando un collegamento diretto sarebbe possibile travasare l’acqua da un fiume all’altro in caso di necessità.
Da tempo continuiamo a ripetere in tutte le sedi istituzionali che questi interventi sono ormai non più rinviabili. Eventi che fino a pochi anni fa erano considerati eccezionali ormai sono la norma e si verificano anche a pochi mesi di distanza, come è capitato in questa occasione.
Se non si realizzano opere idrauliche divenute oramai indispensabili i danni saranno sempre più ingenti, per l’agricoltura come per le attività produttive e le aree residenziali. Il Consorzio di Bonifica lavora senza sosta per garantire la sicurezza idraulica ma servono interventi radicali, i cui costi sono comunque un investimento per il futuro”.

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