14 Gennaio 2021
TURISMO. COLDIRETTI, A DICEMBRE MENO 800MILA PRESENZE IN VENETO. SCARAMUZZA (TERRANOSTRA): “MALGHE, RIFUGI E AGRITURISMI VUOTI. CONSEGUENZE PER L’INTERO INDOTTO”

TURISMO. COLDIRETTI, A DICEMBRE MENO 800MILA PRESENZE IN VENETO

SCARAMUZZA (TERRANOSTRA): “MALGHE, RIFUGI E AGRITURISMI VUOTI. CONSEGUENZE PER L’INTERO INDOTTO”

 

14 gennaio 2021 - Fine anno senza 800mila turisti in Veneto. Il flusso turistico su territorio regionale del mese di dicembre, secondo i dati statistici del 2019 elaborati dall’Osservatorio regionale, è stato praticamente azzerato dall’emergenza sanitaria – commenta Coldiretti Veneto che aggiunge l’ulteriore preoccupazione per le assenze totali previste a gennaio sulle piste da sci, nei rifugi e malghe. Lo stop al turismo invernale è destinato ad avere conseguenze sull’intero indotto. “Proprio dal lavoro di questo periodo dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole – spiega Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra - che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Un vuoto pesante per il sistema turistico regionale – continua Scaramuzza - che si aggiunge alle perdite registrate durante l’intero anno per il mancato introito di spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo – precisa Scaramuzza alla guida di oltre 600 strutture agrituristiche di Coldiretti – inoltre è diventato la voce principale del budget delle famiglie in viaggio nel BelPaese con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte Venezia in primis, Verona e anche Padova che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente deserti. Gli agriturismi sono in difficoltà – conclude Scaramuzza – pur attivando l’asporto e il menù porta a porta non hanno coperto le perdite per le cerimonie, pranzi e cene saltati a causa della pandemia. Gli investimenti per l’accoglienza, l’ospitalità e la ristorazione sono rilevanti se si considera che le aziende sono situate spesso in zone marginali allo stesso tempo di grande bellezza, nessun rimborso, per quanto utile, riuscirà a ripagare quanto organizzato e messo in campo dagli operatori del settore per gli sport all’aria aperta a contatto con la natura, escursioni e passeggiate con servizi ad hoc per le famiglie ospiti.

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